“Shopping compulsivo” di Fabio Amedei, Lettera 22

fabio amedei, lettera 22

Sabato 9 aprile, al termine della giornata aperta dell’Associazione Fantalica, gli attori Vittorio Attene e Maria Virgillito si sono messi alla prova nella lettura interpretata di alcuni racconti direttamente scaturiti dalle penne di alcuni soci dell’Associazione Fantalica, allievi del laboratorio di scrittura Lettera 22.

Vittorio Attene ha letto il divertente raccondo di Fabio Amedei “shopping compulsivo”

Ecco il testo di Fabio Amedei presentato al laboratorio Lettera 22

Olimpia Guardasigilli era una ladra. Non una ladra comune, quello che rubava lo divorava seduta stante, con metodo.

Erano settimane che il signor Nevio, titolare del negozio di alimentazione biologica Bio c’è si arrovellava: qualcuno stava saccheggiando il contenuto del suo nuovo frigo, a meno che non fosse quest’ultimo a inghiottire le polpette di seitan e i mattoncini di tofu. Tutte le novità che acquistava da Bio Service h 24 sparivano, e la rabbia gli procurava una feroce acidità di stomaco.

Chi faceva sparire yogurt e hamburger vegetali, arrostini al kamut, mortadella vegetale e tempeh alla piastra?

Il colpevole era forse il nuovo commesso Vladimiro dall’occhio bovino e dalle grandi labbra carnose? Nevio sospettava che il giovane si iniettasse botulino in quei labbroni gonfi che scintillavano sotto i bagliori dei luminosissimi neon. Oppure era Giuseppina, l’addetta alla frutta e verdura, che sembrava ingrassare a vista d’occhio, scoppiando in grandi risate senza una logica apparente? O il magazziniere Egidio, che lamentava ogni giorno, piegandosi in due, acuti mal di pancia, scappando in bagno ogni quindici minuti?

Un arcano che lo tormentava giorno e notte. Doveva rivolgersi a un investigatore? Optò per la tecnologia.

Nevio, era un tipo molto attento ai costi del suo negozio e decise a malincuore di far montare delle telecamere fisse. Ne piazzò tre: due nei pressi del frigo e una vicino alla cassa. Seduto su uno scomodo sgabello, trascorreva i giorni fissando il piccolo monitor che rimandava le immagini del suo esercizio. Non vedeva l’ora di pizzicare il ladruncolo del suo fortino alimentare;. il mariuolo doveva essere preso e bloccato, perdinci!

Con un occhio al negozio e uno al monitor, Nevio stava ormai diventando strabico e in più, l’attesa di incastrare il fantomatico ladro, lo esasperava rendendolo sempre più nervoso. Per la tensione, aveva iniziato a mordersi le unghie, diventate oramai delle minuscole scaglie.

Poi, all’improvviso, mentre al posto dell’indice sinistro si stava sgranocchiando un biscotto al farro, vide sul piccolo schermo un’immagine che gli fece sbarrare gli occhi e andare di traverso quel piccolo spuntino.

Ecco lì una delle sue clienti abituali, la signora Olimpia, neo pensionata, che faceva piccole provviste a giorni alterni, (a volte comprava solo delle noci) ingurgitare voracemente würstel al seitan e tofu, innaffiando il tutto con yogurt alla frutta e grandi sorsate di latte di riso. Macinava e ruminava a tempo di record. Se avessero istituito una disciplina alle Olimpiadi di ingozzamento cibo, avrebbe vinto la medaglia d’oro. La rapidità delle mandibole della signora nel frantumare per poi deglutire era stupefacente. Una vera macchina da guerra.

«Pronto carabinieri?» chiese un Nevio eccitato e nervoso.

«Sì, chi parla?».

«Buongiorno, qui Bio c’è .

«Dio c’è? Bene si rivolga al prete, qui stiamo lavorando e non possiamo stare appresso a tutti! E quello che ha visto l’yfo, e quell’altro assalito dalla lucertola gigante e la vedova che ha visto suo marito e mò pure lei che vede Dio!» rispose risentito il brigadiere Pestalossi.

«Cosa ha capito? Telefono dal mio negozio di alimentazione biologica, Bio c’è, e chiamo per denunciare un furto che si sta consumando sotto i miei occhi. Intervenite subito, vi prego. La signora mi sta rubando tutta la merce. Fate presto!».

«Accidenti! Finalmente uno normale! Non si proccupi, signor Biocè, mi dia la via, che interveniamo subito».

Il brigadiere e il suo vice Avio Ginocchio in un battibaleno si catapultarono fuori dalla caserma, e in pochi minuti arrivarono nel negozio del signor “Biocè”.

Con le pistole spianate circondarono la donna che cercava di mandar giù, con il collo buttato all’indietro, seitan, tofu, farro, hamburger vegetali e quant’altro.

Olimpia, allarmata e colta in flagranza di reato, alzò le mani, mentre un rivolo di bevanda al riso colò sul suo vestito in maglina color viola. Stranamente, sorrideva.

«Ci segua in caserma signora » intimò Pestalossi.

La donna si mise in ginocchio, con le braccia spalancate. Sembrava una persona pronta per il patibolo, eppure sorrideva. La signora Olimpia accennò con un gesto veloce al segno della croce e disse lentamente: «Spargete le mie ceneri sulle Dolomiti, queste sono le mie ultime volontà».

Pestalossi e il suo vice arrossirono e si guardarono.

«Signora, guardi, c’è stato un equivoco» bofonchiò il vice brigadiere.

Nel frattempo il signor Nevio arrotava i denti e scuoteva la testa. Con la coda dell’occhio vide Giuseppina che sogghignava e annuiva all’indirizzo della ladra. “Le due donne erano forse in combutta?… Adesso si scuseranno con la ladra e mi daranno una multa per procurato allarme,” pensò.

Invece i due carabinieri aiutarono la donna, che stava ancora masticando dei residui di cibo, ad alzarsi e a seguirli fuori dal negozio, direzione caserma. Prima di uscire, Pestalossi adocchiò dei piccoli panettoni, ne comprò sei per i suoi nipotini.

 In macchina, la signora Guardasigilli toccò leggermente, (quasi una carezza) la spalla di Ginocchio dicendo: «Lo sa colonnello che il cibo va mangiato subito, altrimenti si guasta? Oggi il tofu tremolava e gridava: divorami divorami, sto andando a male. In effetti, aveva un colorito pallido… E il seitan che mi cantava una filastrocca? Diceva: Siamo tanti tutti quanti e tu stai qui ad indugiar! Ma che aspetti, siamo tanti, pensa solo a trangugiar!».

La donna si rilassò, chiuse un occhio, l’altro lo abbassò, e iniziò a russare emettendo un sibilo. Arrivarono in caserma e Pestalossi la scosse delicatamente aiutandola poi a scendere dall’auto di servizio.

Mancavano pochi giorni a Natale e il brigadiere capo fece segno al vice Ginocchio di non mettere le manette alla signora ladra che sembrava quasi divertita da quanto stava accadendo. Guardava in tutte le direzioni e rideva con uno sguardo sognante.

I due appoggiarono cappelli, guanti e giubbotti (Pestalossi anche i panettoncini) invitando la signora Olimpia a entrare nell’unica cella di sicurezza.

«Ginocchio, chiama la dottoressa Polimeno, qui abbiamo bisogno di una bella visita…» disse Pestalossi picchiettandosi l’indice sulla tempia.

«Io direi di chiamare anche il prete» disse a bassa voce Ginocchio.

«Più che un prete, un esocista» bisbigliò il brigadiere.

Soddisfatto per aver sventato l’azione criminosa e risolto il caso, Carmine Pestalossi telefonò alla moglie a causa di un dubbio improvviso.

“Pronto Carmè, ho comprato dei panettoncini bio e artigianali per i piccoli” disse.

«Oh che bel pensiero, Carmine. Solo… hai controllato bene che non abbiano la cioccolata? Che i ragazzi sono allergici, lo sai!» rispose la signora Carmela.

«Ecco infatti, non mi ricordavo più se dovevo stare attento alla cioccolata o ai canditi. Adesso ne prendo uno e controllo, stai un attimo in linea» disse Pestalossi, sperando di aver fatto la cosa giusta.

Dalla scrivania si spostò per prendere i dolci in questione, ma sul piccolo ripiano c’erano solo due dei sei panettoncini.

Fisso sull’immagine del ripiano semivuoto, Pestalossi intuì l’accaduto e si mosse rapido verso la cella di sicurezza, dove vide a terra gli incarti di tre panettoncini e la signora Olimpia che stava sbranando l’ultimo. Lo inghiottì senza grandi difficoltà, e sputandone dei pezzi  disse:

  «Buon Natale, bel soldatino!».

Il brigadiere  guardò i rimasugli sputati a terra, sospirò e si diresse di nuovo al telefono.

«Tranquilla, Carmè, erano canditi.»

 

Vai alle foto della serata: http://recitazione.fantalica.com/letture-interpretate-di-fantalica/