Portello Segreto 2019 – Simboli e misteri. Il terzo INCONTRO CULTURALE del progetto Portello Segreto ci guiderà alla scoperta dei misteri della città di Padova
Roma, 14 Luglio 1882. Illustrissimo signor Rettore.
«Fra tutti i tempi della mia vita lunghissima, che ormai ha varcato di oltre un anno il sedicesimo lustro, fra tutte le svariate mie occupazioni negli studii, nell’esercizio della professione medico-chirurgica, nelle cariche sostenute in patria nell’esilio, nell’esercito; fra le innumerevoli vicende traverso cui sono passato dall’epoca napoleonica, in cui nacqui, fino ad oggi, vi è un decennio – dal 1837 al 1848 – che è il più fausto, che sempre sta presente nella mia memoria, che mi fa lieto e giocondo al ripensarvi, anche quando la mente per avventura è conturbata, anche quando il grave peso degli anni mi opprime.
Dal 1837 al 1848 ebbi il più grande onore, cui può aspirare un cultore di scienze, quello di insegnare alla cattedra. E la cattedra di anatomia, cui io ascesi nella celeberrima Università di Padova, da cui dettarono Acquapendente, Vesalio, i Caldani, era tanto illustre, che al ripensarvi ancor sento il timore e la titubanza che ne provai al primo giorno, tanto vasta e profonda era la distanza fra il nome di quei grandi ed il mio modestissimo.
Per 10 anni dedicai alle discipline anatomiche tutte le mie forze, la mia volontà, la mia operosità, che fu sempre, lo dico onore del vero, continua, incessante…».
Inizia così la lettera, commossa e appassionata, che Francesco Cortese, medico, chirurgo, anatomista, ex rettore, invia all’Università di Padova, un anno prima della sua scomparsa, per donare al Bo, i suoi preparati anatomici. Ma chi è Cortese? Un medico illustre, certo, antesignano nella cosiddetta “medicina d’urgenza”, che nel nostro ateneo ha lasciato molte tracce, fra cui la ristrutturazione ottocentesca del teatro anatomico permanente più antico del mondo, ma pure una creazione assai particolare: un “pantheon di crani”! E qui iniza la storia di un “collezionista di crani”…