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Parole sotto i riflettori

Per la rubrica Parole sotto i riflettori, Paolo Colini, socio Fantalica che frequenta il laboratorio permanente di scrittura Lettera 22, ci propone:

“Incipit”

«I N T E R – R O T T A !». E sotto c’era la foto dei nerazzurri che uscivano dal campo a testa bassa.

Mi colpivano sempre i titoli della Gazzetta dello Sport. Giochi di parole arguti, spesso divertenti, mai banali.

Mi stupivo invece di trovala lì, la Gazzetta. Sapevo che da Roma in giù era quasi una sconosciuta: solo il Corriere dello Sport. Per i quotidiani sportivi c’era una specie di “Linea Gustav” che divideva in due la penisola: sopra, la Gazzetta; sotto, il Corriere.

Chissa? Forse quei fogli rosa che roteavano sulla scogliera si erano trovati “Behind Enemy Lines” (l’avete visto, no? Owen Wilson, Gene Hackman … ) e adesso cercavano di fuggire e di salvarsi gettandosi in mare.

Ma io, piuttosto, che ci facevo sulle scogliere di Polignano a Mare? Tre giorni prima neppure sapevo dov’era ‘sto Polignano e adesso, ancor prima dell’alba, senza neppure un goccio di caffè in corpo, mi opponevo, come un eroe nei quadri dei romantici inglesi, al vento che sferzava la scogliera (di Polignano però, mica di Dover).

Tutta colpa … «dell’amore!» urlerete subito voi, in coro.

No! Tutta colpa di uno smartphone, invece.

Sì, uno smartphone. Anzi, no! Non è “uno” smartphone: è “lo” smartphone. Sì, proprio quello! Che poi non lo si dovrebbe neppure chiamare smartphone, come banalmente chiamiamo tutti gli altri, ma “quic’èunavocale…phone”. Perché la luce che sorgeva da Cupertino io l’ho vista. Ma questa è un’altra faccenda.

Tre giorni fa, sabato, ero ancora a Milano; lo sapete che abito lì, vero? Tutti gli art director abitano a Milano! Ma io non solo ci abito: io sono milanese, e da generazioni.

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