PAROLE SOTTO I RIFLETTORI
Per la rubrica Parole sotto i riflettori, Paolo Colini, socio Fantalica che frequenta il laboratorio permanente di scrittura Lettera 22 ci propone:
Ma Lei lo sa quanti anni ho? Ne ho molti … tanti … troppi, a dar retta a quel che dice qualcuno.
Sì … e non mi stia adesso a dire le solite stronzate tipo: … come li porta bene; … il tempo non l’ha cambiata … ; e compagnia bella …
Sono vecchio … da domani si chiude: via! Raus!
Ma è così che va il mondo, vero? Lo sa bene anche Lei; chissà quante storie come la mia ha già ascoltato.
E chissà in quanti gliel’hanno già detto: “… non ha idea di quello che ho visto io in tutti questi anni”.
Ma come diceva quel tizio nel film?: “ho visto cose che voi umani …”.
Però all’inizio non era così, mica ci vergognavamo come adesso, anzi …
Quando sei all’apice tutti ti cercano, tutti hanno bisogno di te … e se non stai attento ti monti la testa, perdi il senso delle misure, cominci a credere di essere quello che non sei; di essere indispensabile …
Un cazzone, ecco quello che ero diventato … un pallone gonfiato egocentrico e viziato.
Lo sa che alle volte quelli che venivano a cercarmi, quelli che più avevano bisogno di me, li facevo aspettare? Li mettevo in fila … che capissero con chi avevano a che fare, chi era quello veramente importante. Alcuni si turbavano, altri, i più timidi, si imbarazzavano … ma che cazzo! Che aspettino, pensavo … tanto già lo sapevo quello che volevano: tutti la stessa cosa.
E poi stavano sempre a lagnarsi, a parlare delle loro necessità, dei loro bisogni … macchissenefrega!!!
Sì … me lo sono chiesto anch’io: come è stato possibile diventare così stronzo?
Non lo so, ma ci ho pensato tanto.
Forse è colpa della società; anzi, Lo scriva con la “s” maiuscola, sì: la Società.
E non mi venga a dire anche Lei che questo è relativismo … ma insomma! Cosa dice? Il libero arbitrio? Ma dai! Mica siamo a Norimberga …
Sì, la Società … lo sa che all’inizio quelli come noi erano “i purificatori”? Eravamo il baluardo italico contro il decadimento e la degradazione morale tipica delle odiate plutocrazie.
Ma ci pensa? E noi ci credevamo … e facevamo bene il nostro lavoro.
Poi, di colpo, tutto cancellato: si cambia! Si svolta!
E noi però sempre lì, pronti ad asservirci ai nuovi bisogni (che poi tanto nuovi non erano) … e già eravamo diventati il simbolo della rinascita, degli innegabili e insopprimibili bisogni anche dell’homo faber.
Ma i primi segni del declino già si intravvedevano; prima le risatine, le battutine; poi il disagio sociale nei nostri confronti … infine, l’ampio disprezzo e la pubblica disistima. Non eravamo più un’eccellenza da esibire ma qualcosa da nascondere, la palpabile evidenza dell’arretratezza socio-culturale nazionale.
Anche questo, dice Lei, com’è stato possibile? Da fiore all’occhiello a … faccia Lei …
Sempre la Società, dico io …
Forse erano cambiati i paradigmi, chi lo sa? Eppure, oggettivamente, facevamo sempre le stesse cose; ma, soggettivamente, non c’era più lo stesso stimolo.
Negli ultimi tempi, poi, nessuno si è più interessato a noi … eravamo allo sbando. Uno alla volta siamo stati prima allontanati e poi mandati in pensione. Che tristezza … ma, come Le dicevo all’inizio, è così che va il mondo.
Già, il mondo … ultimamente, tra l’altro, con tutta ‘sta storia dell’integrazione … se ne vedevano proprio di tutti i colori …
È così; non è razzismo, mi creda, e non mi guardi in quel modo: è nella natura delle cose.
Insomma, caro Lei, oggi io sono rimasto proprio l’ultimo … ma non per modo di dire, sono l’ultimo, veramente. E da domani, neppure più io … finisce una lunga storia, lunga davvero, sa?
Sì che lo sa! Lei è venuto qui stasera proprio perché non è riuscito a resistere …
In fondo siamo come quei nobili decaduti che non si arrendono all’evidenza … ; sì, lo so che la nobiltà è stata abolita nella nostra Repubblica ma è bello sentirsi ancora importanti …
E comunque, glielo dico in confidenza, lo sa che nobili, forse, lo siamo per davvero?
Dicono che i nostri antenati erano di origine romana, imperiale.
Qualcuno dice che abbiamo, addirittura, lo stesso nome del fondatore della dinastia flavia.
Io non so se è vero, ma è bello crederci …
(Padova, febbraio 2015)
[1] Richard Matheson, I Am Legend, 1954
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